At Venice Photography Gallery
At Visioni Altre Gallery
CORPI MIGRANTI
G’art [galleria delle arti] in collaborazione con Visioni Altre presenta Corpi migranti il progetto fotografico di Max Hirzel, edito da emuse e già premiato da Ani al Festival Visa Pour l'Image di Perpignan.
Era il 2015 quando Hirzel cominciò a documentare i sistemi di gestione dei corpi dei migranti, deceduti nel tentativo di raggiungere l'Italia. Partendo dai cimiteri siciliani, per capire dove e come quesi corpi sono sepolti, a quanti è stato dato un nome o cosa ci sia in sostituzione, il lungo percorso di indagine sarebbe terminato alcuni anni dopo in un villaggio del Saloum, in Senegal.
I frammenti di cui si compone ci mettono di fronte, senza scampo, alla morte di giovani migranti, alla gestione dei loro corpi e a un lutto spesso impossibile.
Gli scatti sono stati realizzati tra la Sicilia (Italia) e il Delta del Saloum (Senegal) nell'arco di tempo 2015-2017.
“Nel deserto vidi una tomba, era di una ragazza di Douala, mi chiesi se suo papà e sua mamma, i suoi fratelli e sorelle sapevano che la loro bimba è là”. Incontrai Alpha a Bamako, nel 2011, racconta Hirzel. L'idea di lavorare sulla gestione dei corpi dei migranti deceduti, in qualche modo, risale a quel giorno e alle sue parole. Ho iniziato dai cimiteri, volevo capire dove e come sono sepolti, quanti hanno un nome o cosa in mancanza. Questi corpi, per quantità ed età delle vittime, rappresentano un'anomalia, una gigante aberrazione che si tende a scambiare per fatalità. Volevo mostrare l'anomalia. Ma anche compiere un piccolo gesto, di attenzione.
Dalle parole di Federico Faloppa (linguista, scrittore):
“Corpi Migranti ci aiuta a non consumare l'anomalia. Ci chiede di rompere il racconto e le sue geometrie – dell'accoglienza, dei respingimenti, dei resti allineati dalla medicina forense, degli oggetti e delle tracce, della anonima regolarità di bare di zinco e pietre tombali – perché nulla di di ciò che stiamo vedendo è commensurabile, duplicabile, incasellabile. Se l'immigrazione è sempre più un oggetto politico che divide in pareri e fazioni contrapposte, il linguaggio nudo di queste immagini ci conduce al di la del rumore abituale, alla responsabilità di esseri umani.”
Max Hirzel
Nasce a Milano nel 1968. Terminati gli studi allo I.E.D. inizia subito a lavorare come fotografo pubblicitario ma ben presto litiga con questo ruolo. Torna alla fotografia professionale solo parecchi anni dopo, questa volta come foto-giornalista. Membro del collettivo francese Haytham Pictures dal 2012, si ritaglia spazi e pubblicazioni in riviste come 6Moix, Der Spiegel, Polka, The Guardian e altre.
Del mestiere ama in particolare il processo che porta a capire un contesto, prima di poterlo raccontare. La riflessione sul senso del ruolo di fotografo nell'attuale ambito mediatico lo porta a spostarsi sempre più verso storie di lungo corso. La migrazione è tema che lo coinvolge più di altri, non solo fotograficamente. “Corpi migranti” è selezionato e premiato dall'Ani al Festival Visa pour l'Image di Perpignan ed è il lavoro che lo stesso autore considera “più di senso”.
CORPI MIGRANTI
Presentazione libro: 27 maggio 2022 | Venice Photography Gallery
Esposizione: 28 maggio > 15 giugno 2022 | Visioni Altre Gallery